Biscottamiamoci Knam!! Sto esagerando con i giochi di parole…

Senza preavviso, il sole qui a Perugia ci ha abbandonato per qualche giorno, annunciandoci con dolcezza che l’Estate, ahimè, sta per finire. In realtà non è che fosse mai cominciata completamente, tanto che persino a Luglio mi sono spesso ritrovata a pensare “Cavolo, mi sembra di vivere in un paesello inglese…”.

L’immersione in questa visione anglosassone, e anche la presenza insistente dei 500 g di pasta frolla della Tatin di Knam nel mio frigorifero, mi hanno fatto venire voglia di tè. Il tè caldo, avvolgente accompagnato da qualcosa di semplice, semplicissimo, da sgranocchiare finché la golosità fa posto alla pace delle papille gustative (parlo dei dolci come la via per raggiungere il Nirvana…).
Un’atmosfera da nonna, molto nonna.

Così, posseduta nuovamente da una qualche fatina dei biscotti ( che ora sembro, visto che in un attimo di follia mi sono schiaffata in testa una colorazione dei capelli nero-blu), mi sono messa con Stefania a dividere la Knam-frolla in 3 parti.
Ad una abbiamo unito 2 cucchiai di cocco disidratato, ad un’altra 2 cucchiai di cacao e all’ultima, nulla. La vaniglia basta da sé. Per la ricetta della frolla vi rimando al post della “sfida tecnica” di Venerdì http://tonnosubito.altervista.org/bake-off-perugia-tarte-tatin-to-difficile/.

In un battibaleno abbiamo steso le tre paste con un’altezza di 5 mm circa (meno no, altrimenti il biscotto non soddisfa il palato, secondo me, e si cuoce troppo in fretta, con il rischio di bruciarsi ai bordi). Abbiamo poi “sforminato” e integliato su carta forno. Per non far dorare troppo la base dei biscottini a contatto con la teglia ne abbiamo messa una seconda sotto, in modo da creare uno stacco di calore. 150 °C per 10 minuti (più o meno…abbiamo fatto quasi Yoga davanti al forno per controllare secondo per secondo la cottura) e per la casa si è diffuso un profumino di vaniglia-cacao che solo i biscotti possono emanare.

La pasta che si è cotta meglio è stata quella al cocco anche se il primo posto in friabilità se lo sono aggiudicati i biscotti al cacao.
Forse perché sono un bastian contrario, ma contro ogni logica, i biscotti che ho preferito sono stati quelli alla vaniglia, probabilmente perché sono venuti più lisci ed esteticamente invitanti.

Un tardo pomeriggio così mi ha fatto tornare bambina, alle merende del giorno dopo la febbre, quando non potevi andare a scuola ma potevi gironzolare senza pensieri per casa coccolata dalla mamma, dal suo tè alla vaniglia e dalle fette biscottate. Questa magia la possono creare solo i dolci un po’ imperfetti di casa, con presentazioni spartane e preparazioni senza tempistica, accompagnate da spruzzate di farina a tua sorella o battute dolcemente cretine fatte sulla forma del biscotto che hai appena tagliato. Questo la pasticceria di alta classe non potrà mai crearlo… e per fortuna…

lui secondo me è venuto liscissimo e bellissimo...
Lui secondo me è venuto liscissimo e bellissimo *.*