Voglio un’Italia sopra le righe…

Ok, andrò completamente fuori tema. Il Festival Internazionale del Giornalismo risucchia parte dei miei pensieri soprattutto quando a discorrere davanti a una platea, neanche troppo piena c’è Travaglio. Un monologo sul nuovo libro “Viva il re!”  diventato occasione di riflessione su tutti quegli aspetti ridicoli e incoerenti dell’Italia”Sobria”, citando Travaglio stesso. Mi perderei facilmente in una sequela di lodi al signore (Marco mi ha influenzato con tutte le metafore a carattere religioso fatte soprattutto all’inizio del discorso) ma sospetto di essere leggermente di parte e forse pure  manipolabile vista la mia conoscenza molto più ridotta di lui (e ci mancherebbe!) della storia italiana e delle tecniche di gestione della audience. Certo, non è possibile non considerare oggettivamente esilaranti alcuni esempi giornalistici da lui riportati. Dal barbiere di Monti/Letta/Renzi (e se fosse sempre lo stesso con una parrucca?) e il “Sobrio Frecciarossa”( che nella versione Clio diventa Freccia Rosé), alla Smart Renzi Style che lo porta dall’ “impressionata” Merkel (che come Obama è sempre impressionata, stile occhi fuori dalle orbite. Consiglio un’analisi degli ormoni tiroidei). Insomma una sequela di paradossali descrizioni dell’Italia “provinciale”, come l’ha definita Travaglio, da mettersi le mani nei capelli. Non sono totalmente certa che, come dice lui, “queste cose non sarebbero mai state pubblicate in nessun altro paese democratico”, il problema è che vengono pubblicate al posto di un’altra informazione che appunto da INFO e non si perde in melensi minuetti verso il potere di turno. Per contraddire Travaglio dovrei avere le conoscenze storiche necessarie, perché mi rendo conto che appena vengono nominati certi noti tipo Craxi e così via la scimmietta nel mio cervello inizia ad avere delle profonde crisi esistenziali dovute alla totale ignoranza in materia. Quello che succede da una decina di anni a questa parte in Italia però lo so, e prima di saperlo razionalmente lo percepivo da bambina nel lavoro dei miei genitori che come strateghi della spesa hanno sempre cercato di far ritornare i conti nonostante una gestione indecorosa della cultura e dei finanziamenti ad essa destinati. E lo stesso vale per decine di altri settori come l’agricoltura, l’artigianato, svariate branche del terziario,ecc. Praticamente l’unica gestione dei fondi che funziona è quella degli stipendi della casta. Ma quelli sono proprio fondi, nel senso che li scrostano dal fondo del barile della dignità di noi Italiani. Verrebbe da dire, ma questa è un’altra storia… NO! Non è un’altra storia perché il treno che mio padre prende per andare ad insegnare canto tutte le Domeniche in una regione lontanissima, pur vivendo a Perugia, viaggiando di notte, spesso rinunciando al sonno per una gestione assurda delle graduatorie dei conservatori, è lo stesso “Sobrio Frecciarossa” (dubito che sia lo stesso stesso della sora Clio) che prendono altri milioni di pendolari per cercare di portare a casa un pranzo (qualsiasi, l’aggettivo decente non serve…).
Napolitano va al cinema con Clio? Paga da solo? Cavolo beato lui che ci va ! Poi pure se paga con i piedi non me ne frega niente!
Renzi va tre volte a settimana dal barbiere ? Ma lo sapete nell’Italia reale quanta gente riesce ad andare anche solo una volta ogni sei mesi a tagliarsi i capelli? Ma non ci fa nemmeno una bella figura Matteo se se ne va dal barbiere per farsi tagliare la barba e basta… Esistono due cose che si chiamano rasoio e schiuma da barba che un sacco di gente usa la mattina presto senza sedersi “sereno” ( Come sono sereni Monti e Letta, beati loro) sulla poltrona di Tony ( Che nome da “Tre metri sopra il cielo”!).
Basta! Fatemi sedare la rabbia e tornare alla riflessione che una serata come quella di ieri sera ha inevitabilmente provocato. La mia riflessione è una domanda.
Ma noi ragazzi cosa potremmo fare per migliorare la situazione? So che sembra un panegirico patriottico ma ci penso e ci ripenso, soprattutto ora che mi sono laureata, a cosa potremmo fare noi ragazzi per ribellarci a questa Gerontocrazia (non conoscevo questa parola e perdonatemi la dovevo usare, è troppo bella!) di cariatidi col “sobrio” loden.
Ieri sera, dentro a quel teatro, 2/3 del pubblico erano ragazzi e Travaglio si sbaglia dicendo che la maggior parte di loro erano studenti di Giornalismo o di Scienze della comunicazione. C’erano futuri agronomi, ingegneri, avvocati, artisti e lo so perché molti li conoscevo, e con il giornalismo non c’entravano niente ! Erano lì per ascoltare, per sapere, forse per trovare come me un’idea per rimettere la prima a questa famosa macchina italia che da troppo tempo sta in folle. Anzi, magari fosse folle. Non vorrei inneggiare alla rivoluzione ma inevitabilmente a vedere tutto bloccato da anni il pensiero va a quello. In realtà la nostra personalità da italiani faciloni ci porterebbe a dire “ma non sarebbe meglio una rivoluzione dolce?” si, una rivoluzione “sobria”. Ma com’è possibile? I provvedimenti e le soluzioni sono rapportati, in qualsiasi materia, al problema e qui il problema non è piccolo, è grande! E’un problema chiamato 392.000 esodati (pensate che il correttore automatico on line me la da come parola italiana da correggere…), taglio alla cultura, taglio all’università, disoccupazione giovanile al 42 % (dato da prendere con le pinze), ecc ecc ecc
Come si può pensare di applicare una soluzione sobria ad un problema folle? Per un problema nazionale di ampie dimensioni ci vogliono provvedimenti massimi, e il provvedimento massimo per eccellenza è la rivoluzione. Altra domanda che consegue è “di cosa?”.
Travaglio, per quello che ho capito,  ha concluso il discorso consigliando la nascita di un neogiornalismo anti cariatide ed anti immobilismo della parola. Che voglia la liberazione almeno dei cervelli e la rinascita, finalmente di giovani folli e “sopra le righe”?