Zuppa inglese all’italiana rivisitata: ben lontani dai gusti della corona.

zuppa inglese di compleannoPer me la zuppa inglese è un dolce al cucchiaio dal valore simbolico. E’ un’eterna seconda, sempre bistrattata e superata dal tiramisù, il vero re dei dolci fatti in casa.

Poi poverina, ha un’origine e un nome confusi, infatti si chiama inglese ma di british non ha proprio niente.

Eppure, probabilmente perché sono un’inconsapevole radical chic, la preferisco al tiramisù nazional popolare: come le persone che piacciono sempre a tutti non me la conta giusta.

Per questo motivo, quando c’è da scegliere che cosa preparare tra i due per un’occasione importante, scelgo sempre la zuppa.

O forse è solo perché è rosa.

Dove nasce la zuppa inglese e perché si chiama così

L’origine di questo dolce al cucchiaio, preparato soprattutto in Toscana, Emilia Romagna e nelle regioni del centro Italia, è nebulosa.

Ciò accade in realtà per la maggior parte delle ricette tradizionali italiane.

In passato non era uso comune tramandare le ricette in forma scritta. Molte preparazioni erano apprese praticamente, in cucina, senza la necessità di porre su carta dosi e procedure.

Gli unici documenti storici disponibili ci dicono che probabilmente la zuppa inglese ha avuto origine a Ferrara o a Modena, quindi in Emilia Romagna o in Toscana, nel capoluogo di regione.

Gli emiliani, per tradizione, sostengono che il dolce sia stato realizzato per la prima volta alla corte dei Duchi d’Este.

Un diplomatico in servizio presso i reali inglesi avrebbe illustrato agli Este la ricetta del trifle inglese, il che spiegherebbe perché la zuppa inglese si chiama proprio così.

Il trifle è in effetti un dolce molto noto anche oggi, tipico della pasticceria casalinga anglosassone, a base di pasta lievitata dolce bagnata con liquore, panna o double cream e frutta fresca. Insomma, è un inzacchero di avanzi di pasticceria da servire con il tè.

E se non si vuole realizzare un dolce di pasticceria moderna, anche la zuppa inglese lo è.

Ritornando alla corte estense, questo trifle all’italiana sarebbe stato realizzato per un po’ utilizzando come base un ciambellone tradizionale del luogo, chiamato bracciatella, poi sostituito nel ‘700 dal pan di Spagna (anche lui dolce che con il paese che ne caratterizza il nome non ha niente a che fare).

Trifle inglese esempio

Però ci sarebbero delle incongruenze, perché pare che questo trifle all’italiana prima del XVIII secolo non l’abbia visto frequentemente nessuno lungo lo stivale.

In questo clima di incertezza si fanno strada i modenesi. Secondo la loro versione, la zuppa sarebbe nata dal desiderio di un’altra nobile estense, Maria d’Este, diventata regina d’Inghilterra nel ‘700. Volendo riassaggiare il trifle in Italia, lo fece preparare al cuoco della corte di Modena, allora capitale del ducato d’Este.

Non essendoci in Italia le stesse materie prime, il cuoco dovette arrangiarsi con quello che aveva in cucina.

Più semplicemente, per i fiorentini la zuppa all’inglese sarebbe nata verso la prima metà del XIX secolo nella cucina di una ricca famiglia di Firenze. L’Emilia Romagna sarebbe quindi un’impostora e i nobili estensi non c’entrerebbero nulla.

Ad oggi il dolce comunque è uguale in tutte le regioni del centro Italia, Marche e Umbria comprese.

La mia domanda a questo punto è: dato che la tradizione ha portato questo dolce in tutto il centro Italia, forse con la sua origine più che entrarci i duchi d’Este ed i nobili fiorentini, c’entrano gli ingredienti?

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Come preparare la zuppa inglese: la mia ricetta.

Per quanto abbia una simpatia per questo dolce non lo faccio seguendo completamente la ricetta tradizionale.

Infatti, da manuale dovrebbe essere costituito da pan si Spagna o savoiardi, alchermens come bagna, e crema chantilly (panna unita a crema pasticcera).

Siccome però, stando spesso attenta all’alimentazione, ritengo che gli sgarri vadano fatti bene, per preparare la zuppa inglese seguo più una mia idea golosa, in cui la crema al cioccolato fa capolino fra gli strati ad arricchire il tutto.

Ho anche un vago ricordo infantile di una zuppa inglese preparata così in un ristorante di infimo ordine in cui sono andata da bambina. E si sa, ciò che si ama da piccoli non si dimentica facilmente.

Le creme della mia ricetta sono poi rese ariose da un pizzichino di panna da montare vegetale, ingrediente che farà inorridire gli chef, ma io me ne frego perché tanto la devo mangiare solo io.

Voi provatela, poi fatemi sapere se decidete di ammutinare l’originale per questa zuppa cioccolatosa.

Ingredienti per 12 persone

  • 1 pan di spagna da 6 uova (cotto in una teglia da 24 cm di diametro)
  • 1 dose di crema pasticcera (ricetta de Il cucchiaio d’argento – io ho l’edizione del 1972)
  • 1/2 dose di crema al cioccolato senza uova
  • 250 ml di panna da montare vegetale
  • alchermens (non saprei dirvi la quantità, vado ad occhio finché il pan di spagna non cola ma diventa bello rosa).
  • cacao zuccherato per la decorazione

Procedimento

Preparate il pan di Spagna qualche ora prima di montare il dolce e lasciatelo raffreddare.

Nel frattempo preparate la crema pasticcera seguendo la vostra ricetta. E’ sufficiente che sia una crema soda.  Mettete a raffreddare anche questa rimescolandola di tanto in tanto così che non si formino grumi.

Preparate poi la crema al cioccolato senza uova. La ricetta che uso io l’avevo trovata nel Cookaforum anni fa.

Potete seguire quella di cuginettesulgateau.it/crema-al-cioccolato-senza-uova/, che è la stessa.

Fate raffreddare anche la crema al cioccolato.

Una volta ottenute tutte queste basi, montate i 250 ml di panna vegetale. Unite poi due un terzo alla crema al cioccolato fredda e gli altri due terzi alla crema pasticcera, senza smontare nulla (quindi mescolate dal basso verso l’alto a mano!).

Adesso abbiamo tutte le basi per preparare la zuppa inglese.

Io di solito la faccio in un’insalatiera trasparente tonda, così che si vedano tutti gli strati.

Procediamo prendendo il primo disco di pan di Spagna e poggiandolo sul fondo dell’insalatiera.

Bagniamolo, con un cucchiaio, di alchermens fino a quando la superficie non risulterà tutta di colore rosa. Toccandolo il pan di Spagna non deve risultare bagnato ma solo un po’ umido.

Ricoprite il primo strato di pan di spagna con metà della crema pasticcera e spolverate con un po’ di cacao zuccherato.

Ripoggiate un nuovo disco di pan di spagna sulla crema e ribagnate con l’alchermens come detto prima.

Questa volta create uno strato con tutta la crema al cioccolato. Stavolta non utilizzate il cacao.

Infine poggiate sulla crema al cioccolato l’ultimo strato di pan di Spagna e bagnatelo come ormai avete capito.

Ricoprite il pan di spagna con tutta la restante crema chantilly.

Decorate solo con un’abbondante spolverata di cacao sulla superficie di tutto il dolce e ponete in frigo per qualche ora.

Noi l’abbiamo finita in tre giorni perché siamo in 4 e oltre a mangiarla per il compleanno l’abbiamo mangiata per colazione.

Se siete soli magari dividete per quattro le dosi di ogni base, così otterrete una porzioncina piccola e magari sostituite il pan di Spagna con dei cupcakes o dei savoiardi (meglio i savoiardi).

Ed ecco il risultato nello splideshow in alto!
Le foto sono pessime perché ho deciso solo ora di pubblicare, dato il tempo libero in più da quarantena.

Ma alla fine fa più home made, no?